L’importanza delle api: dalla produzione del miele alla protezione della biodiversità

30 Gennaio 2020
Api

Come i laboratori pH di TÜV Italia aiutano a tutelare questo bene

 

L’importanza del ruolo delle api appare sempre più chiaro anche ai consumatori. Il ruolo di questi piccoli, ma operosi insetti, non si limita alla già importante produzione di miele e di prodotti da esso derivati, ma funge anche da fondamentale indicatore per la salute dell’ambiente. Il mercato dell’apicoltura è globalmente in crescita: l’UE è il secondo produttore mondiale e l’Italia ha prodotto nel 2018 circa 23,3 tonnellate di miele, per un valore stimato di circa 141 milioni di euro.

 

I Laboratori pH di TÜV Italia, per garantire diversi standard di sicurezza e qualità, eseguono diverse tipologie di test su prodotti di miele o a base di miele, cere d’api, derivati e trasformati da apicolture, anche sulla base di esigenze specifiche concordate con i clienti.

Il tema della salvaguardia ambientale diventa sempre più rilevante. Secondo un sondaggio condotto nel dicembre del 2018 su un campione rappresentativo di poco più di 27.500 cittadini europei dei 28 Stati membri, emerge una sempre maggiore preoccupazione verso l’ambiente: ben il 96% degli intervistati ritiene una propria responsabilità la protezione della natura e una questione essenziale affrontare i cambiamenti climatici. Parallelamente, sta aumentando la consapevolezza dell’importanza della tutela della biodiversità. L’indagine Eurobarometro, infatti, rivela che la familiarità con l’argomento sta generalmente aumentando: oltre il 70% degli Europei ne hanno infatti sentito parlare.

Su questo tema, le api, svolgono un ruolo fondamentale, in quanto esse rappresentano chiari indicatori di ecosistemi agricoli sani. Tra la classe degli impollinatori le api rappresentano la specie più importante ed efficiente e senza di loro sarebbe a rischio il 70% delle varietà agricole che finiscono sulle nostre tavole ogni giorno. Nonostante la loro evidente importanza, le api sono esposte a sempre più pericoli, che potrebbero addirittura condurle all’estinzione. Tra le principali cause, vi sono le modifiche di destinazione del suolo, l’impiego di pesticidi, i sistemi agricoli monocolturali e i cambiamenti climatici, che possono interferire con le stagioni di fioritura. La FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) incoraggia l’adozione di metodi di produzione agricola a favore degli ecosistemi – come la Gestione Integrata dei Parassiti – che tende a minimizzare l’uso di prodotti chimici per aumentare la produzione in modo sostenibile.

api

TÜV Italia e il Gruppo TÜV SÜD sono partner di tutti gli operatori della filiera agroalimentare, grazie all’attività del network internazionale dei loro laboratori, in Italia rappresentato da pH.

I laboratori pH, ubicati nel cuore della Toscana vicino a Firenze svolgono attività di testing in due laboratori distinti: uno per il settore food/food contact e l’altro per il settore ambiente. Nel settore specifico del miele e dei prodotti derivati da apicoltura, i Laboratori pH eseguono test sugli animali, sui prodotti finiti e anche sull’ambiente. Nel dettaglio vengono eseguite analisi su prodotti di miele o a base di miele, cere d’api, derivati e trasformati da apicolture: Farmaci Veterinari, Contaminanti Ambientali, Pesticidi, Analisi Microbiologiche, Analisi Chimico-fisiche, Analisi organolettiche, Analisi Melissopalinologiche e Analisi Nutrizionale.

 

L’evoluzione dei consumi e la produzione del miele

Dopo un triennio (2015-2017) caratterizzato da risultati positivi, con un incremento dei volumi dell’11% e della spesa del 13%, il 2018 ha visto un chiaro ridimensionamento, registrando un -5% nei volumi e un -3% per quanto riguarda la spesa. Nel triennio 2015-2017 non solo erano cresciuti i consumi ma si era allargata anche la platea delle famiglie acquirenti (+15%). Nel 2018 il principale canale di vendita è stato la GDO (ben 92%), il libero servizio registrava solo il 6% e il dettaglio tradizionale il 2%.

Secondo il report ISMEA pubblicato nel 2019, la produzione mondiale di miele nel 2018 si è attestata, in base ai dati FAO, su circa 1,86 milioni di tonnellate. Emerge che la produzione globale è in crescita (in 10 anni si è registrato un +23%) e che si concentra principalmente in tre continenti: l’Asia copre da sola il 49% (guidata dalla Cina), seguono l’Europa con il 21% e le Americhe con il 18%.

L’UE produce circa 230 mila tonnellate di miele ed è il secondo produttore mondiale con un totale di circa 17,5 milioni di alveari e oltre 650 mila apicoltori. Un settore con un limitato valore economico ma di inestimabile importanza per l’agricoltura, in quanto responsabile dell’80% delle impollinazioni dei prodotti agricoli (Commissione UE). In Italia, secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale sul miele (che utilizza i dati dell’anagrafe apistica), la reale produzione di miele nel 2018 è stata di oltre 23,3 mila tonnellate per un valore stimato di circa 141 milioni di euro, con il Piemonte (con 5.000 tonnellate) in testa, seguito da Toscana (con 3.000 tonnellate) ed Emilia Romagna (con 2.000 tonnellate).

 

Fonte: Sangalli M&C

 

 

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