
Un’analisi unica in Europa mostra come i circuiti interlaboratorio migliorano nel tempo la qualità dei dati ambientali.
UNICHIM ha raccolto e analizzato oltre dieci anni di risultati provenienti dai circuiti interlaboratorio “WATER-CIAC”, dedicati ai parametri inorganici nelle acque e accreditati dal 2011 in poi, in conformità alla norma UNI EN ISO IEC 17043.
Lo studio, frutto della collaborazione di oltre 900 laboratori italiani, rappresenta una base statistica senza precedenti per valutare la precisione e l’affidabilità delle misure analitiche nel settore dell’analisi delle acque destinate al consumo umano e di scarico.

Obiettivi e metodologia – L’indagine ha utilizzato più di 200.000 dati, elaborati secondo gli indicatori RSZ e SZ2, capaci di descrivere rispettivamente il bias e la varianza delle prestazioni di ciascun laboratorio nel tempo. L’obiettivo è individuare la “prestazione realisticamente raggiungibile” per ogni parametro, matrice e tecnica analitica — un riferimento pratico per i laboratori accreditati UNI EN ISO/IEC 17025:2018 nel definire le proprie incertezze di misura e nel pianificare miglioramenti.

Risultati principali – L’analisi copre 34 parametri, tra metalli, anioni e cationi. Per i metalli determinati con ICP-MS, oltre l’85% dei laboratori soddisfa i criteri di accettabilità (RSZ e SZ2 ≤ 2), contro il 63–67% per l’ICP-OES, evidenziando i limiti di quest’ultima tecnica per la determinazione di alcuni metalli presenti a basse concentrazioni. I valori di scarto tipo di riproducibilità (CVR%) restano mediamente sotto il 10%, garantendo un’incertezza estesa compatibile con i requisiti del D.Lgs. 102/2025 sulle acque potabili (15–20 % per gli anioni e 20-40% per i metalli).

Anche per gli anioni determinati mediante cromatografia ionica (CI) e i cationi via ICP-OES i risultati confermano un’elevata ripetibilità, con CVR% < 7 %.

Solo pochi parametri, come pH e Mercurio (quest’ultimo determinato mediante ICP-OES), mostrano criticità rispettivamente dovute all’ instabilità del campione o ai limiti della tecnica analitica.
Le performances dei partecipanti ai PT UNICHIM sono sostanzialmente in linea con i valori riportati nei metodi normati ISO/EN/EPA e dimostrano un miglioramento progressivo nel tempo all’aumentare della partecipazione alle prove interlaboratorio. I dati di riferimento contenuti nei metodi normati sono stati ottenuti in prove interlaboratorio di carattere collaborativo, organizzate per la validazione degli stessi metodi una ventina di anni fa, alle quali hanno partecipato qualche decina di laboratori. Buona parte dei dati si colloca all’interno dei dati ottenuti nei circuiti UNICHIM. Fanno eccezione alcuni dati riguardanti Arsenico, Cromo, Nichel, Vanadio (determinati mediante ICP-MS), Potassio e Nitrato (determinati mediante IC), largamente al di sopra del limite superiore della regressione UNICHIM; solo per il Rame (dati ICP-OES) il valore di CVR% risulta più basso del limite inferiore della regressione stessa.
Proprio dal confronto appaiono evidenti i punti di forza dell’approccio utilizzato nella presente analisi:
- base statistica estremamente ampia
- riproducibilità del livello prestazionale mantenuto nel tempo
- buona copertura del campo di applicazione
Tutto ciò conferisce ai dati prestazionali riportati una solidità che i risultati puntuali, prodotti una tantum da un numero limitato di laboratori non può garantire. Non a caso, per quasi tutti i parametri è stato possibile definire una correlazione robusta tra scarto tipo e concentrazione, generalizzabile per classi di parametri e tecniche analitiche.
Conclusioni – L’approccio UNICHIM basato su indici RSZ e SZ2 fornisce ai laboratori un potente strumento per monitorare nel tempo la propria qualità analitica. I risultati dimostrano che la partecipazione continua ai circuiti interlaboratorio non solo assicura conformità normativa, ma contribuisce al miglioramento reale delle prestazioni. I risultati riportati nel Manuale UNICHIM 210 mettono in risalto la grande importanza che assume l’aspetto temporale nella valutazione statistica dei dati dei PT prodotti dal laboratorio. Ciò presuppone una partecipazione assidua ai circuiti, al di là delle frequenze minime richieste dall’Ente di accreditamento o di regole che il laboratorio si è dato. UNICHIM, come ribadito nei molti incontri con i partecipanti ai PT, ha mostrato come la partecipazione ai circuiti abbia prodotto un sensibile miglioramento delle prestazioni dei singoli nel tempo.
La linea guida pubblicata da UNICHIM costituisce pertanto un riferimento operativo per la valutazione dell’incertezza “target” in quanto riporta dati di riferimento ottenuti dall’elaborazione statistica di oltre 10 anni di risultati prodotti da 500-700 laboratori italiani che operano nel campo dei controlli di qualità ambientali.
Chi fosse interessato ad approfondire l’argomento ed acquistare il Manuale 210: Qualità delle acque – Parametri inorganici, Valutazione delle prestazioni analitiche può consultare il sito oppure rivolgersi a claudio.bettinelli@unichim.it
testo di C. Bettinelli, M. Bettinelli, S. Spezia – UNICHIM



