Il rischio clinico in medicina di laboratorio

6 Agosto 2025
rischio clinico

L’approfondimento, presentato a LAB Italia 2025, è a cura del dott. Davide Farci Santarcangeli, Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico e Segretario di SITLaB.

 

L’evoluzione della scienza medica, al pari dello sviluppo tecnologico applicato in ambito sanitario, determina un incremento delle conoscenze sui processi patogenici delle malattie, favorisce lo studio sulla loro incidenza a livello sociale, migliora le competenze specialistiche professionali, permette diagnosi precoci e più accurate. I sistemi informatici, la strumentazione tecnologica, robotica ed elettronica, gli studi clinici sui farmaci hanno estrema rilevanza nella prevenzione, nella diagnosi e nella cura. 

In ambito socio sanitario si definisce “Quality of Life” il benessere dell’individuo e della popolazione. La qualità di una prestazione sanitaria è il risultato di numerosi fattori, che possono essere riassunti nell’efficace ottimizzazione delle risorse a disposizione, nella gestione e nell’adeguato utilizzo delle innovazioni biomediche e nell’attuazione di comportamenti professionali tesi a corretti modelli di prevenzione. 

Nel 1990, James T. Reason, uno psicologo britannico, elaborò e pubblicò, in diverse edizioni successive, il libro ”Human Error”, la cui struttura teorica identifica con chiarezza come l’affidabilità dell’uomo, ovvero l’errore umano nell’uso delle moderne tecnologie, sia correlato alla qualità dei servizi e alla capacità di gestione del rischio. 

La Clinical Governance è intesa come un sistema in cui le organizzazioni sanitarie possono modulare e indirizzare l’offerta dei loro servizi mantenendo elevati livelli etici e clinico-assistenziali: un nuovo modello di pensiero centrato sulla persona, su un ambiente organizzato, che rende possibile l’attuazione di percorsi sanitari, coniugando qualità e sostenibilità economica del sistema. 

Nel 1999, L’Institute of Medicine (IOM) divulgò il report “To err is human”. In tale documento vennero elencate le numerose problematiche all’interno del sistema nazionale sanitario americano, stimando l’ammontare dei decessi a causa di errori sanitari. 

Le organizzazioni sanitarie pongono la loro attenzione sugli eventi avversi, con lo scopo di aumentare la sicurezza del paziente nella pratica clinica. A tale scopo è necessario adottare un approccio innovativo rivolto alla standardizzazione delle pratiche di prevenzione degli errori, causanti danni, e dei processi per l’incremento dell’efficacia delle attività diagnostiche e assistenziali dei pazienti. Le Linee Guida sulla buona pratica clinica si dimostrano fondamentali nella costituzione di indirizzi operativi per la prevenzione di eventi avversi, per uniformare la progettualità e i sistemi di controllo e sostenere la qualità dei servizi offerti dall’attività clinica. 

 

LA CLINICAL GOVERNANCE 

Il concetto di Governo Clinico è stato delineato per la prima volta negli anni ’90. 

È un sistema attraverso il quale si riesce a incrementare la qualità dei servizi erogati, mantenere standard di cura elevati e creare un ambiente di lavoro dedito alla massima qualità professionale. Così lo definisce il documento A First Class service: Quality in the new NHS: “il sistema attraverso il quale le organizzazioni sanitarie si rendono responsabili per il miglioramento continuo dei loro servizi e garantiscono elevati standard di performance assistenziali, assicurando le condizioni ottimali nelle quali viene favorita l’eccellenza clinica…” (Gulletta, Orrico, e Foti, 2008, Caleidoscopio 215, p.7). 

Il buon funzionamento del Sistema Sanità e l’attenzione alla limitazione degli eventi sfavorevoli per la riduzione del rischio clinico afferiscono a un modello integrato che pone al centro della gestione dei servizi sanitari il cittadino, ma allo stesso tempo risalta e attribuisce importanza al ruolo e alla formazione degli operatori. 

Nel Governo Clinico vengono individuate le Linee Guida, i percorsi clinici e assistenziali destinati a categorie specifiche di assisiti in un’ottica multidisciplinare, si valuta il rischio clinico

Il sistema sanitario italiano è di tipo pubblico, finanziato dallo Stato, a carattere universalistico, garantito a tutti i cittadini. Esso si fonda sui concetti di equità, sostenibilità, evoluzione.

L‘approccio metodologico, strutturato e organizzato della Clinical Governance prevede la valorizzazione della cultura della qualità nei processi produttivi. 

Applicabile a tale logica, la qualità potrebbe essere misurabile applicando il metodo di gestione iterativo “Ciclo Deming” (Fig.1) ideato in Giappone, negli anni ‘50 dall’ingegnere, saggista e dirigente di azienda statunitense W. E. Deming. 

 

rischio clinico
Ciclo di Deming dell’ingegnere W.E. Deming

 

In sanità è difficile definire il concetto di qualità in quanto si sovrappongono fattori di complessità del concetto di salute alla varietà dei professionisti che compongono il Sistema Sanitario. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel suo atto di costituzione, ha definito il concetto di SALUTE, non relativizzandolo solamente alla sola assenza di malattia o di infermità, ma lo ha correlato a un concetto più complesso: un benessere non solo fisico ma anche mentale, psicologico e sociale. I tre domini della salute, fisico, mentale e sociale, includono una presa in carico con interventi multidisciplinari. 

 

LA CULTURA DELLA SICUREZZA 

A sostegno dell’importanza della prevenzione degli errori e dei rischi nelle organizzazioni complesse, una cultura della sicurezza, sicuramente progressista, è rappresentata dalla JUST CULTURE, una corrente di pensiero, basata sul concetto che l’errore debba rappresentare una fonte di apprendimento con cui poter migliorare le criticità che lo hanno generato, promuovendo così una maggiore sicurezza nelle organizzazioni complesse come quelle sanitarie. 

Alla base c’è l’adozione di un pensiero riformista che coinvolge tutti i livelli di un’organizzazione, attraverso la diffusione di conoscenze sul rischio delle attività e la creazione di un ambiente che favorisca: la segnalazione spontanea degli errori che si sono concretizzati e di quelli sventati da parte dei professionisti, l’assunzione di comportamenti sicuri da parte degli operatori per la loro salute, l’impegno dell’intera organizzazione a investire risorse nella sicurezza. Una cultura che previene, incoraggia l’implementazione della segnalazione degli eventi avversi, promuovendo l’instaurazione di una logica non punitiva ma di apprendimento dell’errore, non criminalizzante delle azioni od omissioni, pur non tollerando gravi colpe, atti di dolo o intenzionali. 

Il Risk Management 

Il Risk Management si sviluppa originariamente negli Stati Uniti intorno agli anni ’40 e ’50. Nasce come disciplina aziendale con la diffusione della cultura della Qualità Totale. Il Risk Management deve essere capace di analizzare e gestire il rischio.

Il Clinical Risk Management

Il Clinical Risk Management è l’insieme delle azioni cliniche, dei processi organizzativi e gestionali che servono a garantire la qualità della prestazione sanitaria e la massima sicurezza della cura del paziente, sicurezza possibile grazie all’apprendimento dell’errore. 

Rappresenta un approccio globale al problema degli errori in medicina al fine di analizzarli, riconoscere le condizioni di fragilità in cui possono comparire, individuare comportamenti per prevenirli o ridurli, cercando di istruire tutti i soggetti coinvolti. 

Il Clinical Risk Management supporta il personale sanitario per aiutarlo nell’identificazione, nell’analisi, nella valutazione e nella gestione dei rischi riscontrabili durante la cura dei pazienti, riuscendo così a garantire la sicurezza di quest’ultimi e la propria, pur mantenendo elevata la qualità della prestazione offerta. Nel Sistema Sanitario sono sotto il controllo della gestione del rischio la globalità delle strutture, delle metodiche, dei processi, delle strategie di prevenzione e degli strumenti di diagnosi e terapia. 

 

DEFINIZIONE E GESTIONE DEL RISCHIO 

Il rischio rappresenta una situazione potenzialmente “avversa” da un punto di vista sia gestionale sia clinico, pertanto presuppone una valutazione delle probabilità di accadimento di un evento e delle possibili conseguenze da esso derivanti. Il Rischio è la probabilità che un determinato Pericolo crei un Danno. Il Rischio è maggiore se aumentano le Probabilità di un incidente e se è maggiore l’entità del Danno causato. Il sistema di matrice di valutazione dei Rischio è lo strumento più diffuso per quantificare un Rischio residuo e stabilire le priorità rispetto alle progettazioni di interventi di adeguamento. 

Il Rischio Clinico 

Lo IOM definì il rischio clinico come la probabilità che un paziente sia vittima di evento avverso, ovvero subisca un danno o disagio, involontario, a seguito di azioni mediche o cure sanitarie, che causa un prolungamento del periodo di degenza o il peggioramento delle condizioni di salute o la morte. (Kohn, IOM 2000)

 

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