Packaging sostenibile, il dispositivo che fa respirare frutta e verdura

24 Agosto 2020
dispositivo

Sviluppato dall’Università della Basilicata, il dispositivo Blow Device che consente alla confezioni ortofrutticole di respirare prolungando la vita dei prodotti

 

Frutta e verdura confezionati potranno finalmente respirare grazie a una nuova tecnologia sviluppata dai ricercatori dell’Università degli studi della Basilicata. Il dispositivo, chiamato Blow Device, viene applicato sugli imballaggi per alimenti freschi di plastica tradizionale o biodegradabile e favorisce gli scambi gassosi con l’atmosfera esterna, prolungando la conservazione del prodotto confezionato, fino a raddoppiarla in alcuni casi.

 

La tecnologia innovativa è stata messa a punto nell’ambito del progetto “MyPack” che, finanziato dalla Commissione Europea all’interno del programma Horizon 2020, riunisce in un partenariato europeo 21 enti di ricerca e aziende private, tra cui l’Università della Basilicata con il gruppo di “Macchine e impianti per le industrie alimentari” della Scuola di Scienze Agrarie, Forestali, Alimentari ed Ambientali (Safe). Referenti del progetto, per l’Unibas, sono il professor Giovanni Carlo Di Renzo e la Ninetek Innovazioni per l’Agro-industria, spin-off universitario che opera in un laboratorio della Safe sotto il coordinamento del ricercatore Francesco Genovese.

Il dispositivo Blow ha dimensioni paragonabili a quelli di una moneta da 5 centesimi e si applica sulla confezione contenente il prodotto ortofrutticolo, sia che si tratti di una busta di plastica che di una vaschetta di polistirolo ricoperta con pellicola. Grazie alla su particolare microstruttura, questo device gestisce in condizioni di frigoconservazione lo scambio gassoso tra l’interno e l’esterno dell’imballaggio, evitando il consumo totale di ossigeno disponibile per il prodotto ortofrutticolo.

In tal modo, l’atmosfera modificata inizialmente presente nella confezione viene mantenuta costante tanto da ridurre fenomeni degradativi e le fermentazioni causati dall’eccessiva esposizione a condizioni di carenza di ossigeno e accumulo di anidride carbonica. In alcuni casi, la vita del prodotto può essere allungata del 100%.

Le attività di ricerca e sviluppo, effettuate nel laboratorio “MacLab1” dell’Unibas, hanno consentito la caratterizzazione del comportamento del dispositivo innovativo in differenti applicazioni su prodotti ortofrutticoli, tra cui insalate pronte per il consumo, rucola, fragole, ciliegie, uva da tavola. Blow, infatti, è pensato per essere sviluppato nel materiale che meglio si accoppia con quello della confezione, proprio per preservare più a lungo la vita del prodotto indipendentemente dal tipo di packaging utilizzato per imballarlo. Finora, il dispositivo è stato realizzato con materiali plastici di origine fossile e con bioplastiche (MaterBi e PLA).

Con il contributo dello spin-off sono stati sviluppati anche la progettazione, l’assemblaggio e lo sviluppo di un prototipo di macchina per l’applicazione di “BlowDevice” sui film di confezionamento abitualmente impiegati nelle industrie alimentari.

Le prossime fasi del progetto prevedono il trasferimento tecnologico dell’innovazione alle aziende produttrici di insalate pronte e altri prodotti ortofrutticoli, che si sono già interessate all’utilizzo del brevetto e del know-how relativo al confezionamento in atmosfera modificata dei prodotti ortofrutticoli, fino ad oggi impossibile.

L’Università della Basilicata e il gruppo di ricerca coordinato dal Prof. Giovanni Carlo Di Renzo sono molto attivi nello studio delle innovazioni tecnologiche e impiantistiche per il post raccolta di frutta e ortaggi. Negli ultimi anni, l’attenzione è stata rivolta allo sviluppo di impianti per la gestione dei prodotti a temperatura e atmosfera controllata e di una tecnologia in grado di consentire il confezionamento in atmosfera modificata, senza portare il prodotto in condizioni di anossia.

Queste confezioni traspiranti potrebbero rappresentare una svolta nel campo della lotta agli sprechi alimentari. Aumentare la shelf life di alcuni prodotti fino ad oltre il 100% significherebbe non solo meno frutta e verdura che finisce nella spazzatura ma anche molta mano plastica da riciclare, con tanti vantaggi per l’ambiente e il portafogli.

 

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